Siamo in macchina una sera, io, qualche amico e Giulia. E’ una sera tranquilla, forse fa un freddo terribile, c’è da dire che il bello delle macchine di tanti anni fa è che il soffione dell’aria calda va eccome, c’è poco di elettronico e molto di meccanico. Siamo nella proprietà di qualcuno, a parlare, così, con l’auto parcheggiata sotto stelle piene, e si va avanti per ore, sperando che non esca il contadino imbelvito. Giulia ha una risata che attacca, e scoppia a ridere spesso, che è un piacere perchè l’atmosfera è parecchio cupa: uno dei miei amici pianta i Pink Floyd, e si sofferma su questa frase, quella che dice ” e poi un giorno ti svegli e sono passati dieci anni, nessuno ti ha detto quando iniziare a correre, ti sei perso lo sparo iniziale”.
Giulia un pò ci sta poi sbotta: è un peccato mortale starsi a lamentare prima del tempo, ma falla finita, ma “ripigliati”, e basta con la musica triste. Parliamo spesso del tempo però, mai con quella tristezza, ragioniamo di quando da vecchie ci dovranno levare la chitarra o il piano di sotto mano, e anche di come ogni tanto scivoliamo nel coro alpino senza volerlo: le voci multiple sono la vera passione in comune, i controcanti, più che il suonare in sè. Eva è la più precisa c’è da dire, ma Giulia acchiappa subito i canali. A me toccano le tracce più flebili, Giulia mi rinomina Romina Power.
Ci immaginiamo fra molti anni, assieme, con buzzi prominenti e parrucche, qualche dente: di certo non capita in tutte le vite di avere Giulia e Eva. A me lo scettro della più grassa, sicuramente, ma le chiappe della Iori secondo noi avrebbero superato di gran lunga quelle delle altre – oltretutto con quella forma a bauletto. Qualche volta penso che fosse troppo, che me le abbiano prestate per qualche anno: poi se le sono riprese, una in un monastero e una lassù, a badare a noialtri.
Giulia si oscurava, completamente, qualche volta. Voglio dire che non era una persona felice di natura, ma una che ce la metteva tutta per fare di ogni giornata un avvenimento: ammiravo questa capacità di dare senza fondo, anche se ci litigavamo ogni tanto. Mi chiedevo se fosse tutto buono, se tutti meritassero tutto lo spazio, sempre, o se fosse quel donare continuo un modo di placare certi dolori: non attaccava, comunque, perchè Giulia era in missione per aiutare il resto del mondo. E come quando dicono che ognuno dovrebbe seguire il suo interesse, che la vita è una sola, che anche i matrimoni finiscono perchè innamorarsi di nuovo è importante, e tu pensi che è (anche) alla tua famiglia che stanno attentando, lei mi guardava come se stessi cercando di portarle via gli altri. Come se fossi pazza. Aveva ragione lei.
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