Ochei ochei. Non siamo fisicamente assieme questo Natale, ma se è per questo mi trovo lontana anche da mamma e le sorellacce. Ma è andata così. E’ anche vero che tu vai alla messa alle nove di sera e ne esci alle tre del mattino, un rave cattolico praticamente, e io ti aspetto fuori per la cioccolata calda. Una volta mi piacerebbe entrare dentro e essere colpita da illuminazione o calore, ma finisce sempre che mi intristisco. Forse un giorno.
Quindi abbiamo passato assieme un altro anno, tu nei miei pensieri, io fra le tue preghiere che sono pensieri, immagino – Siate Buoni con questa qui, Poverina. Abbiamo fatto l’associazione e cerchiamo di andare d’accordo, e direi che solo per questo ti devo delle scuse: ricordi quando ti dicevo che ti circondavi di beghine? Il tempo cambia le cose e anche la capacità di vedere le persone in profondità. Ammirarle, per la loro modesta dignità, amarle per quello che sono.
Tuo fratello Lorenzo ha intrapreso una carriera magnifica, in mezzo al vino. E’ il pusher della comunità, ormai, e sicuramente il mio. Tuo fratello Alessio è invece uno smanettone ma anche Presidente dell’associazione In The Name of Love, che ha lo scopo di unire esseri umani coniugando i loro gusti musicali e utilizzando le note come base di un bel discorso. Un bel progettone. Vediamo che ne viene fuori.
La Rita è sempre lei, l’ultima volta non l’ho vista perchè mi sono sublussata il sedere e non riuscivo a camminare se non a gattoni. Invece la volta prima avevo la febbre. Mi ammalo fissa, sarò una di quelle vecchie che chiamano l’ambulanza due volte al giorno e muoiono attorno ai duecento anni, una spesa insostenibile per la comunità.
Giulia. Senti come suona ancora pieno il tuo nome. Specialmente ora che ci siamo riuniti tutti assieme nella saletta di Don Pietro, un bel tipo ganzo. Spero si chiami Pietro, non Paolo, continuo a confondere le cose, i nomi. Buon Natale cara Giulia, e grazie dell’ispirazione. E della protezione. E di tutto quanto.
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